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LA DIDATTICA SPECIALE E D'INTEGRAZIONE AL NIDO D'INFANZIA

Al nido d'infanzia, gli educatori si avvalgono della didattica speciale per affrontare in maniera responsabile e concreta realtà difficili, attraverso l'utilizzo di programmazioni educative mirate. Tali programmazioni, che affronteremo in maniera specifica in un altro capitolo, si strutturano in base alle esigenze del bambino e della sua famiglia, con il fine di migliorare o addirittura superare una particolare difficoltà.
Prima di poter pianificare, progettare ed attuare tale programma, l'educatore deve conoscere il bambino e la sua famiglia e favorire il suo inserimento e la sua integrazione al nido.
Questi due termini, spesso vengono utilizzati come sinonimi, ma in realtà indicano due capacità ben distinte.
L'inserimento riguarda la capacità del bambino di adeguarsi al contesto del nido, ovvero di recarsi periodicamente alla struttura e adattarsi alla sua routine, imparando a separarsi parzialmente dai genitori.
L'integrazione, invece, è la capacità del bambino di integrarsi completamente al nido, ovvero d' instaurare rapporti solidi e duraturi con gli educatori e con il proprio gruppo di coetanei.
Frequentemente accade che il bambino speciale affronti un buon inserimento, ma che poi non sia in grado di integrarsi a causa del suo disagio o deficit, e non riesca ad instaurare relazioni di alcun genere con gli educatori e sopratutto con il gruppo dei pari.
La didattica speciale si occupa anche di questo problema: l'integrazione.
Favorire l'integrazione di un bambino speciale, è uno sforzo che l'educatore deve compiere, per poi dar via ad un progetto educativo specifico; difatti se il bambino non riesce ad instaurare un rapporto di fiducia con il proprio educatore, non potrà mai accettare il piano personalizzato che gli verrà offerto da quest'ultimo.
La didattica speciale dell'integrazione ricerca strategie e metodi per avvicinare il bambino in difficoltà agli educatori (che al nido sostituisco i caregiver di riferimento) e di creare legami forti con gli altri bambini del nido; ciò risulta favorevole non solo per il bambino speciale che riesce a considerarsi parte di un gruppo, ma anche per gli altri bambini che lo riconoscono e lo rispettano come tale nella sua diversità.

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